Dim sum, ravioli cinesi con verdure (facili e a modo mio)


Adoro i ravioli al vapore della tradizione cinese. Sono un piatto delizioso che apprezzo sia nella versione con la pasta trasparente (preparata con tapioca e amido) farcita con gamberi e zenzero sia quelli con ripieno a base di verdure. Purtroppo proprio quelli vegetariani non sempre si trovano facilmente in Italia. Allora ne ho realizzato una versione espressa prevedendo degli ingredienti che avevo a disposizione nella dispensa. Essendo una ricetta facile e veloce, niente vaporiera ma un tuffo in acqua bollente. Risultato molto soddisfacente. Volete tutti i dettagli? Mettiamoci ai fornelli :-)

Dim sum alle verdure e zenzero ingredienti 
due carote grattugiate 
un pugno di spinacini freschi
una manciata di germogli di porro
2 cm di zenzero fresco
olio e.v.o.
salsa yakitori
pasta fresca
(100 g grano duro, 100 g di farina grano tenero e 2 uova)
preparazione
In una padella rosolare in poco olio le carote insieme allo zenzero finemente grattugiato, dopo un minuto aggiungere gli spinacini tagliati a listarelle. Cuocere un minuto. Spegnere il tegamee. Unire i germogli e condire con la salsa yakitori. Preparare la pasta, tirare la sfoglia. Usare un coppapasta tondo. Farcire con le verdure e chiudere il fagottino con le pieghe. Lessare in acqua bollente per 4 minuti e servire caldi con la salsa yakitori.

Ho deciso di mettere due foto dei dim sum ... non tanto per i ravioli ma per ricordarmi di questo piattino verde giapponese che dopo essere stato immortalato ... ha fatto un volo involontario ed è finito in mille pezzi :-( Avevo pensato di fare come insegnano i giapponesi e di ripararlo con un filo di oro ...


E’ capitato a tutti: un fatale momento di distrazione, e l’oggetto in ceramica a cui teniamo tanto cade rovinosamente a terra, rompendosi.

Stupore, incredulità, ira e dispiacere ci attanagliano nei concitati istanti successivi alla caduta, decorsi i quali ci rassegniamo a raccogliere i cocci e ad accomodarli nella spazzatura, seppure a malincuore, o a conservarli racchiusi in una scatola; l’idea di provare a ricomporre il manufatto magari ci sfiora, ma di norma la lasciamo volare via, per pigrizia o per lo scarso valore economico dell’oggetto o semplicemente in quanto fermamente convinti che “un vaso rotto non potrà mai tornare come prima”.
Questo è quello che accade, in genere, in Occidente: in Oriente, o, per essere più precisi, in parte di esso, le cose vanno molto diversamente.
In Giappone, quando un oggetto in ceramica (di norma il vasellame) si rompe, lo si ripara con l’oro, poiché si è convinti che un “vaso rotto possa divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine”.
Tale tecnica di riparazione prende il nome di Kintsugi o Kintsukuroi (letteralmente, “riparare con l’oro”), e consiste nell’incollare i frammenti dell’oggetto rotto con una lacca giallo rossastra naturale e nello spolverare le crepe che attraversano l’opera ricomposta con della polvere d’oro (più raramente d’argento o di rame). Il risultato è strabiliante: il manufatto è striato d’oro, percorso da linee che lo rendono nuovo, diverso, bellissimo. La casualità determinata dalla rottura, rende gli oggetti redivivi grazie al kintsugi tutti differenti fra loro e dunque unici, oltre che pregevoli per via del metallo prezioso che li decora. (fonte Le cicatrici d'oro)



Commenti

Manu ha detto…
Ti sono venuti proprio bene.
Bella ricetta.
Un abbraccio
paola baronio ha detto…
anche io li adoro, ne mangerei a quintali...bellissimi i tuoi.,.
Fabiola Falgone ha detto…
Sono bellissimi, non l'ho mai provati. Ma la tua ricetta è molto stuzzicante.
Un saluto Fabiola

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