16 Crostini da Cucina Piemontese Contemporanea di Matteo Baronetto

Nel libro Cucina Piemontese Contemporanea di Matteo Baronetto al capitolo Crostini si fa riferimento alla forma del pane "a mattone", oggi diremmo pan carrè, ottimo per la preparazione dei tramezzini. Questi deliziosi panini tagliati a triangolo furono protagonisti di una delle pagine di storia dei caffè torinesi.
Ma per pescare sempre nei ricordi della mia famiglia l'idea del pane croccante condito mi fa venire in mente la soma d'aj e la "sòmina".


Così ho ripensato ad un pasto tipico dei lavoratori delle Langhe in tempo di lavoro in campagna: la Sòma d'aj accompagnata da grappoli d'uva e a volte da formaggio. Ora vi spiego.
La Sòma d'aj, è un modo semplice e rustico di condire la fetta di pane con una strofinata d'aglio (aj) e un giro di buon olio extra vergine, magari quello nuovo, e per finire un pizzico di sale. Nell'operazione di condire il pane, riveste importanza la crosta che essendo resistente trattiene meglio l'aglio e a seconda dei gusti si può abbondare o solo profumare. Si può preparare sia con il pane fresco (da noi la forma tipica sono le biove o le paesane con crosta ruvida e poca mollica) sia con il pane tostato che aiuta a condire meglio la mollica. In foto troviamo il pane preparato da mio fratello Enrico.


Io che non amo molto l'aglio preferisco la versione per i più piccoli, la Sòmina (così la chiamano a casa di mio marito), dove si strofina la fetta di  buon pane con il pomodoro maturo intinto nell'olio e sale, schiacciandolo per benino, per far assorbire alla mollica tutto il sugo! La mangiamo volentieri in estate con il moscato bello maturo (quando gli acini sono belli croccanti, e dall'aspetto "risunent" arrugginito) o il dolcetto.
Più avanti, a fine novembre quando le vendemmie sono finite, nei filari si possono ancora scorgere i "rapulin" (piccoli grappoli) anche detti "Rape d'San Martin", grappoli di San Martino perché sono ancora acerbi, poco maturi, durante la vendemmia di ottobre e completano la maturazione verso la metà di Novembre (San Martino è l'11 novembre). Sono piccoli grappoli abbandonati, ma una volta venivano utilizzati per una seconda vinificazione.
Il nonno Emilio utilizzava questi grappoli piccoli di Novembre e li univa ai raspi della pigiatura dell'uva matura (fatta a fine vendemmia), li faceva fermentare e otteneva la "pichetta" un vino rosato da bere fresco durante l'estate.

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