Ricette delle Langhe: Insalata di erbe spontanee e frittata


Dopo la lunga riflessione invernale, in cui tutto è immobile, freddo e asciutto inizia a germogliare la vita. Il canto dei passerotti al mattino, le giornate che si allungano, l'aria che si fa tiepida e profumata, l'odore del sole.
Cosa non secondaria ricompare nel piatto la verdura fresca di stagione, e l'insalatina primaverile è un regalo della bella stagione per antonomasia. Questa volta ho deciso di annoiarvi facendo il quadernetto delle erbe, perché non voglio perdere nessuno degli insegnamenti della mamma, riconoscendo le erbe spontanee che sono commestibili (piccolo aiuto dal libro con tale nome qui).
Per il nonno Emilio: "Tutte le erbe che hanno più di tre foglie sono commestibili!" (non so se è una prova scientifica, ma sicuramente un po' di saggezza c'era).


Ecco cosa è finito nel piatto:
  • valerianella locusta L. (italiano soncino, piemontese: sarset)
  • sonchus oleraceus L, cicerbita o crespino comune
  • taraxacum officinale L. (italiano: tarassaco, dente di leone, piemontese: pisa can) 
  • Sanguisorba minor (in italiano pimpinella o pampinella)
  • papaver rhoeas L., in italiano papavero o rosolaccio
  • cicoria, spinaci e rucola dell'orto


L'amaricante delle cicoriette di campo, la fragranza della pimpinella, la leggera piccantezza della rucola. Tutto avvolto in buon olio extra vergine di oliva e quel goccio di aceto di vino che tanto bene sta anche con la frittata.
Il sapore delle erbe spontanee è unico rispetto ad una insalata standardizzata e coltivata in serra. La raccolta delle erbe nei campi è tornata di moda, ma bisogna fare bene attenzione a dove si raccolgono, per evitare di consumare verdure contaminate da inquinanti o pesticidi. Mia mamma lascia una parte dell'orto dedicata alle erbe spontanee che nascono seguendo il ritmo delle stagioni.
Ecco il cestino con il bottino: nella prima foto si riconosce bene il tarassaco o dente di leone (quello con la base bianca, e che più avanti vedrà sbocciare un bel fiore giallo, che diventerà un soffione.


Qui tengo in mano la tenera piantina detta rosolaccio che in estate vedrà fiorire i rossi papaveri. Quando è piccola e tenera va bene in insalata. Più avanti si può anche lessare ed utilizzare come gli spinaci.


Anche i ristoranti stellati pongono attenzione alle erbe spontanee. La meravigliosa insalata di Enrico Crippa 21-31-41, a seconda del numero di erbe, fiori, germogli e semi  presenti nel piatto, ben rappresenta l'attenzione per la ricchezza che sa offrire il mondo vegetale e i sapori unici che sa regalare.

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